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Questo blog è il frutto di un atelier di scrittura pratico e virtuale a cui partecipano gli allievi del Centre Italiance.

lunedì 6 maggio 2013

La Centrale Montemartini





            Nella periferia di Roma, la Centrale Montemartini è un luogo affascinante da scoprire come esempio di riconversione d’edificio di archeologia industriale. In effetti, il vecchio impianto di produzione di energia electtrica ha trovato una nuova funzione accogliendo un’ampia parte delle collezioni dell’antichità classica, conservata da tempo nelle riserve dei Musei Capitolini.

            L’esposizione permette di mettere a confronto due mondi spariti : la Roma antica e l’epoca industriale dell’Ottocento, la prima attraverso i suoi filosofi e le sue divinità, la seconda con le sue colossali macchine di metallo, lo spirito di fronte alla « bestialità umana ». I marmi delicati spiccano sulla sagoma annerita della caldaia a vapore e i corpi nudi di pietra fredda si sono sostituiti ai quelli potenti e sudati degli operai di una volta. Una sfilata  di pensatori si schiera davanti  ai quadranti ancora vibranti benché il silenzio si sia imposto al ronzio delle turbine.

            Ci si potrebbe stupire nel vedere coabitare in uno stesso luogo i fondatori della filosofia occidentale, che vivevano a un’epoca in cui il lavoro era il castigo per gli schiavi e i lavoratori della rivoluzione industriale che  speravano di liberarsi dal proprio lavoro. Le sculture, prima oggetti di devozione di dei o di uomini illustri, sono diventate opere d’arte, allorché la macchina fabbricata per contribuire al progresso dell’umanità si è rivelata strumento di sfruttamento.

            La presenza in uno stesso spazio di marmi antichi e macchine industriali cancela il tempo che li separa e innalza le ultime a livello di creazioni artistiche, che cosi diventano oggetti di  venerazione.

            Una visita da completare con una passeggiata  nel quartiere vicino della Garbatella, in cui Nanni Moretti ambienta una scena di Caro Diario.


Flory